Manovra 2025: I possibili benefici

Manovra 2025: I possibili benefici

Si muove veloce la Manovra 2025, cercando di trovare un equilibrio tra le norme europee, le esigenze degli italiani e il clima di incertezza globale. Il piano prevede circa 30 miliardi di euro per il 2025, seguiti da 35 miliardi nel 2026 e ben 40 miliardi nel 2027.

Di questi, 18 miliardi saranno recuperati attraverso una gestione “prudente” della spesa pubblica, mentre 3,5 miliardi provengono dai “sacrifici” di banche e assicurazioni, come afferma Giorgia Meloni. Un investimento significativo, di cui gran parte sarà destinata ad aumentare gli stipendi netti e a confermare misure già esistenti, come il taglio del cuneo fiscale e i tre scaglioni Irpef.

Possibili Novità

Viene prolungata la Quota 103, che consentirà ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni, a condizione di aver versato almeno 41 anni di contributi. Le pensioni minime saranno rivalutate rispetto all’inflazione, con una maggiorazione del 2,5%. L’importo salirà da 614,77 euro a 621 euro, e forse fino a 630 euro, secondo le proposte di Forza Italia. Saranno introdotti più incentivi fiscali per i lavoratori che decidono di restare attivi invece di andare in pensione.

È inoltre confermato il bonus assunzioni, che prevede sgravi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato e una deduzione fino al 30% per alcune categorie di lavoratori.

Un altro punto importante è il ritorno del bonus ristrutturazioni al 50%, con un limite di spesa per ogni unità immobiliare fissato a 96 mila euro. Era stata proposta una riduzione al 36% con un tetto massimo di 48 mila euro, ma si è deciso che queste limitazioni si applicheranno solo alle seconde case.

Inoltre, è previsto il rinnovo del bonus mobili, che prevede una detrazione Irpef del 50% sull’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati all’arredamento di abitazioni recentemente ristrutturate. Era stato discusso anche un possibile aggiornamento delle rendite catastali, con un aumento fino al 40% per le abitazioni che avevano usufruito del Superbonus, ma fortunatamente non è stata implementata alcuna misura al riguardo.

In aggiunta, verrà introdotta una “Carta per i nuovi nati”, che offrirà 1.000 euro a neonato per i genitori con un ISEE sotto i 40 mila euro. Sarà inoltre incrementato il bonus asili, e i congedi parentali dureranno tre mesi, con un’indennità all’80%.

Sono previsti incentivi all’occupazione per giovani e donne del Mezzogiorno, anche per il biennio 2026-2027. Ci saranno maggiori fringe benefits per i nuovi assunti che trasferiscono la loro residenza di almeno 100 chilometri, con una soglia di 1.000 euro (il doppio per i lavoratori con figli a carico). Si parla anche di ingenti risorse destinate alla sanità, ma per avere numeri precisi bisognerà attendere il testo completo.

Attualmente, la Manovra è all’esame delle Camere, una delle tante tappe di un lungo percorso di revisione. Quante di queste promettenti misure si riveleranno semplice propaganda, quali saranno efficaci nella pratica, e a quale costo? È difficile dirlo: il testo finale probabilmente non sarà disponibile prima della fine dell’anno.

Multe autovelox: nuove regole e come difendersi

Multe autovelox: nuove regole e come difendersi

Negli ultimi mesi, le multe autovelox sono tornate al centro dell’attenzione grazie a una sentenza della Corte di Cassazione che rischia di scatenare una valanga di ricorsi in tutta Italia. Il caso in questione, relativo a un automobilista di Treviso, ha messo in luce la questione della validità degli apparecchi di rilevazione della velocità, stabilendo che non solo devono essere approvati dal Ministero delle Infrastrutture, ma devono anche essere omologati secondo standard precisi. La sentenza (10505/2024) apre quindi nuove possibilità di difesa per gli automobilisti multati da dispositivi che non rispettano tali requisiti.

Secondo le nuove disposizioni della Cassazione, infatti, qualsiasi sanzione emessa tramite autovelox non omologato potrebbe essere contestata con successo, a patto che i tempi per il ricorso non siano scaduti. Il ricorso può essere presentato al Giudice di Pace o al Prefetto, entro 30 giorni dalla notifica della multa. Se il Prefetto rigetta la contestazione, la sanzione può addirittura raddoppiare, ma il ricorso è gratuito, mentre davanti al Giudice di Pace si paga un contributo unificato proporzionale all’importo della multa.

Per presentare ricorso, è essenziale fornire prove concrete dell’irregolarità del dispositivo, come fotografie dell’impianto autovelox o documenti che ne dimostrino l’assenza di omologazione. In molti casi, come sottolineato da associazioni di consumatori come Assoutenti e Codacons, la non conformità di questi dispositivi ha già portato a sequestri e inchieste giudiziarie. Ciò conferma il sospetto che alcune amministrazioni locali utilizzino gli autovelox più per incrementare le entrate piuttosto che per garantire la sicurezza stradale.

A complicare ulteriormente la situazione c’è il fatto che, secondo i dati più recenti, in Italia esistono oltre 11.000 impianti di rilevazione della velocità, molti dei quali potrebbero non essere in regola. Il Ministero delle Infrastrutture sta lavorando a un nuovo decreto che dovrebbe ridefinire le norme per l’installazione e l’utilizzo degli autovelox, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza e sicurezza. Tuttavia, gli automobilisti devono restare vigili, verificando sempre che i dispositivi siano segnalati in maniera adeguata e che rispettino tutte le normative vigenti.

Nel frattempo, chiunque abbia ricevuto una multa sospetta ha il diritto di richiedere l’accesso agli atti per verificare la legittimità dell’impianto che ha emesso la sanzione. La procedura può richiedere tempo, ma è fondamentale per invalidare eventuali multe illegittime.

Nuovo Codice contro il telemarketing aggressivo: è davvero efficace?

Nuovo Codice contro il telemarketing aggressivo: è davvero efficace?

Il telemarketing aggressivo è una delle principali fonti di disturbo per i consumatori italiani, continuamente bersagliati da telefonate commerciali indesiderate.

Per contrastare questo fenomeno, il Garante per la protezione dei dati personali ha approvato il 29 marzo 2023 il Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling, con l’obiettivo di introdurre nuove regole e tutelare maggiormente i cittadini.

Il Codice prevede limitazioni sugli orari delle chiamate, vietando le telefonate commerciali prima delle 9:00 e dopo le 20:00 nei giorni feriali, prima delle 10:00 e dopo le 19:00 il sabato, e in modo assoluto durante le festività. Inoltre, le aziende di telemarketing sono obbligate a utilizzare numeri identificabili e richiamabili, eliminando la pratica dello spoofing, e devono ottenere consensi espliciti dai consumatori per ogni singola finalità commerciale, informandoli sull’uso dei dati e garantendo il diritto all’opposizione, alla rettifica e all’aggiornamento delle informazioni personali.

Sono previste sanzioni per chi viola queste regole, e il rispetto del Codice è monitorato da un organismo indipendente che gestisce anche eventuali reclami.

Tuttavia, nonostante le novità introdotte, il Codice presenta un limite significativo: l’adesione è volontaria. Ciò significa che solo i call center che scelgono di aderire rispettano le nuove regole, mentre i call center abusivi continuano a operare al di fuori delle normative, perpetuando le pratiche di telemarketing aggressivo.

Questo limite è stato evidenziato da Davide Zanon, segretario di Codici Lombardia, che sottolinea come i call center illegali non abbiano alcun incentivo ad adeguarsi, continuando così a molestare i consumatori.

Anche il Registro pubblico delle opposizioni, che dovrebbe permettere ai cittadini di bloccare le chiamate non richieste, mostra delle criticità. Molti iscritti al Registro continuano a ricevere telefonate, soprattutto da parte di aziende che operano illegalmente.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha definito il Codice una “inutile foglia di fico”, poiché non risolve il problema alla radice. Dona propone di tornare al sistema dell’opt-in, in vigore fino al 2009, che permetteva alle aziende di contattare i consumatori solo dopo il loro esplicito consenso. Secondo lui, il Codice attuale e il Registro delle Opposizioni non sono riusciti a contrastare efficacemente il fenomeno del telemarketing selvaggio, lasciando i consumatori in balia delle chiamate moleste.

In conclusione, il nuovo Codice rappresenta un passo avanti nella regolamentazione del settore, ma la sua efficacia è limitata dalla natura volontaria e dall’incapacità di arginare i call center abusivi. Per proteggere davvero i consumatori, è necessario introdurre misure più vincolanti e un controllo più serrato delle attività illegali. Solo così sarà possibile ridurre il numero di telefonate commerciali indesiderate e garantire una reale tutela della privacy.

Guida all’Emergenza Maltempo

Guida all’Emergenza Maltempo

La natura, si sa, è capricciosa e imprevedibile. Il maltempo spesso colpisce a sorpresa, quando è troppo tardi per prendere contromisure. Il primo passo, quindi, è conoscere il territorio, informandosi su eventuali emergenze climatiche passate, sui tipi di pericoli e le zone più vulnerabili. Se ci troviamo in una zona a rischio, sarebbe utile avere un cassetto pronto con una torcia elettrica, una radio a pile e una copia dei documenti personali. I piani superiori di un edificio dovrebbero essere facilmente accessibili, e sarebbe meglio evitare di conservare beni di valore o dormire ai piani inferiori.

Stare Lontano dal Pericolo

Non dobbiamo mai sottovalutare la rapidità con cui una situazione può degenerare. Un cielo apparentemente sereno, ma con nubi cumuliformi sviluppate verticalmente durante una giornata calda e afosa, può essere un segnale di imminente temporale. La tempesta può raggiungere la sua massima potenza in breve tempo, e in pochi minuti il livello dell’acqua può salire fino a due metri. Poiché la luce si percepisce a maggior distanza del suono, dei lampi all’orizzonte significano che abbiamo tempo di allontanarci, ma in caso di tuoni sarebbe meglio cercare riparo.

Un consiglio ovvio è tenersi alla larga da zone più basse rispetto al territorio circostante: cantine, sottopassi, piani seminterrati e piani terra, così come strade in forte pendenza. Fiumi, ponti e argini devono essere assolutamente evitati. Anche pochi centimetri d’acqua in movimento possono far cadere una persona o danneggiare un veicolo, quindi è meglio non tentare la sorte. Raggiungere un punto elevato è una buona idea, ma è sconsigliabile arrampicarsi su strutture fragili come terrapieni, poiché la forza dell’acqua potrebbe farle crollare. Tentare di mettere al sicuro la macchina o i beni ai piani inferiori può rivelarsi fatale, e gli ascensori non sono affidabili.

Una sana dose di cautela è necessaria, anche quando ci sembra di essere al sicuro. Il rischio può provenire da ogni direzione: pali e tralicci che cadono, pietre e oggetti che rimbalzano lungo le frane, buche nel terreno e cavi elettrici tranciati. Le alluvioni possono danneggiare i sistemi di scarico, i tubi del gas e l’impianto elettrico. Meglio affidarsi alle comunicazioni ufficiali o al parere degli esperti prima di riprendere le normali attività. Facciamo attenzione anche ad acqua e cibo, che potrebbero essere contaminati.

Contribuire alla Causa

La prevenzione è anche uno sforzo comunitario. Non dovremmo abbandonare rifiuti ingombranti sulla strada, e nel caso ne dovessimo trovare sarà nostro dovere contattare le autorità. Il Comune è tenuto a condividere un piano di protezione civile, così come scuole e aziende dovrebbero avere piani di emergenza: è un nostro diritto chiedere che vengano predisposti.

Se notiamo una frana, possiamo segnalarla alle autorità, così come eventuali persone intrappolate o ferite (senza entrare nella zona a rischio), per poi allontanarci immediatamente. Quando l’emergenza colpisce, sarebbe ideale mobilitarci per aiutare anziani, bambini e disabili. Ci sono risorse messe a disposizione e persone pronte ad aiutarci, ma spetta anche a noi fare la nostra parte.

Guida su Energia e Spese Invernali

Guida su Energia e Spese Invernali

L’inverno si avvicina, e come sempre i consumi energetici aumentano. La soluzione più ovvia è spesso la più semplice: un minimo di impegno e attenzione, se costante, permette di ottimizzare tempi e risorse. Innanzitutto, bisogna tenere a mente che l’Italia è divisa in sei zone climatiche, ognuna con regole specifiche sul numero massimo di ore di accensione degli impianti di riscaldamento. Un buon obiettivo che possiamo porci è mantenere una temperatura massima di 19-20°C durante il giorno, e di 16°C durante la notte.

Osservare i Consumi

Quando il buon senso non basta, un contatore intelligente può fornire una panoramica di spese e abitudini, permettendoci di individuare subito perdite o malfunzionamenti. Il Portale dei Consumi gestito da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) offre un servizio simile, ma gratuitamente. Un termostato programmabile consente di impostare fasce orarie strategiche, mentre quello intelligente fa un passo in più, analizzando autonomamente le nostre abitudini e regolando i consumi di conseguenza. Questi strumenti, soprattutto se gestibili da remoto, sono particolarmente utili per chi utilizza impianti fotovoltaici e altri sistemi pesantemente basati sulle variazioni ambientali.

Limitare gli Sprechi

Semplici abitudini come indossare indumenti più pesanti o chiudere le stanze meno utilizzate non vanno sottovalutate: un grado di differenza può alterare i costi di circa il 10%. La parola d’ordine è trattenere il calore, con ogni mezzo disponibile. Meglio allora non lasciare le finestre aperte troppo a lungo: bastano pochi minuti per un ricambio d’aria. Durante la notte, è bene coprire le finestre con persiane, tapparelle o tende pesanti. Installando guarnizioni e doppi o tripli vetri possiamo migliorarne ulteriormente l’isolamento. Al contrario, non bisognerebbe mai coprire i termosifoni, nemmeno con tende o mobili. Una barriera termica, anche un semplice foglio di carta stagnola dietro il radiatore, può invece contribuire a riflettere il calore verso l’interno dell’abitazione.

Migliorare le Strutture

Infine, la manutenzione regolare di tutti i sistemi è fondamentale per garantirne l’efficienza (ed evitare sgradite sorprese legali). Gli impianti idrici, ad esempio, devono essere puliti e regolati per evitare incrostazioni di calcare, pena una multa di almeno 5.000 euro. Le valvole termostatiche, anch’esse obbligatorie per legge, possono ridurre i consumi del 20%. Per chi desidera investire in soluzioni a lungo termine, gli impianti a condensazione o le pompe di calore ad alta efficienza sono ottime scelte. Per i lavori di riqualificazione energetica, l’installazione di pannelli solari e tutta una serie di interventi nello spirito della sostenibilità, è ancora disponibile l’Ecobonus, con detrazioni che variano dal 50% all’85%. Questo incentivo sarà valido fino alla fine del 2024, ma sono previste modifiche per il 2025, nell’ambito di un più ampio piano di riforme previsto dal governo.

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