A cura di Adusbef,

AGI – Le famiglie italiane, per fronteggiare l’inflazione record, metteranno mano ai risparmi e i depositi subiranno una “sforbiciata” di 163,8 miliardi di euro nel biennio 2022-2023. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA che ipotizza che i 1.152 miliardi di euro presenti nei conti correnti bancari non registrino alcuna variazione nell’arco temporale preso in considerazione, e che prevede che nel biennio l’inflazione crescerà di quasi il 15 per cento (+8,1l’anno scorso e +6,1 quest’anno). Una sorta di “patrimoniale” da quasi 164 miliardi di euro che a ogni singolo nucleo familiare “costerà” mediamente 6.338 euro. [https://www.agi.it/economia/news/2023-02-25/cgia-inflazione-brucia-164-miliardi-
risparmi-famiglie-20256312/ ]

Nel lungo periodo di tassi praticamente azzerati, se non negativi, il detenere contanti sul conto corrente comportava costi – a fine anno -, solo per le commissioni bancarie applicate, mentre l’inflazione non era influente. Ma siamo entrati improvvisamente in un periodo di inflazione, addirittura a due cifre: con una inflazione al 10%, i 100 euro di gennaio diventano 90 a dicembre.

Questo stato di cose sta spingendo molti cittadini risparmiatori a ricercare tipi di investimento che producano interessi per il sottoscrittore. Ma, a parte investimenti molto rischiosi, la vetrina di banche, Posta e società finanziarie, anche istituzionali, non vanno oltre una remunerazione del 5% non sono in
grado, quindi, di permettere un recupero se non parziale dei danni finanziari generati da una inflazione molto alta, se non addirittura a due cifre.

Ma come dobbiamo procedere per investire in modo consapevole e al fine di non andare incontro (per quanto possibile) a situazioni impreviste.

Anzitutto dobbiamo aver chiaro il perché ci stiamo orientando verso un investimento in titoli. Per investire risparmi accantonati in anni e di cui non abbiamo bisogno nel breve-medio periodo? Perché la nostra capacità di
risparmio è cresciuta? Non abbiamo già previste spese consistenti per i prossimi anni? Insomma, chiediamoci: “Per quanto tempo posso “dimenticarmi” delle somme da investire e non averne bisogno nella gestione finanziaria della famiglia?

Le risposte influiranno sulla durata dell’investimento, sulla rischiosità che siamo disposti ad affrontare, sul tasso di interesse che consideriamo adeguato.
Definiti i nostri obiettivi, possiamo procedere ad approfondire le caratteristiche dell’investimento che stiamo cercando, senza limitarci a valutare solo il tasso di remunerazione:

–  VALUTIAMO IL RISCHIO. Tipo di titolo (le azioni sono più rischiose delle obbligazioni) Paese interessato (un titolo argentino è sempre più rischioso di un pari titolo tedesco). Settore economico coinvolto (un titolo che investe nel carbone è più rischioso di uno che investe nell’idrogeno).

–  VALUTIAMO LA LIQUIDABILITÀ. Un titolo che ha un mercato ristretto è meno facilmente liquidabile di uno che ha un vasto mercato, come i nostri titoli di stato. In quanto tempo, dopo il disinvestimento, avremo i soldi a disposizione sul conto?

–  VALUTIAMO L’EVENTUALE VINCOLO TEMPORALE. Per ottenere un tasso superiore potremmo investire in una forma vincolata. Si valuti bene il tipo di vincolo: è tassativo? Cioè non è possibile dare ordine di vendita prima della scadenza del periodo? E’ invece possibile anticipare la liquidazione? Se sì, perdiamo gli interessi contrattati?

–  VALUTIAMO I COSTI E LE COMMISSIONI DEL TITOLO. È tutto chiaro? Non ci sono costi nascosti come ad esempio i costi di gestione annuali dei fondi comuni? Le commissioni pagate sono solo quelle all’atto dell’investimento? Alcuni fondi comuni hanno anche (o solo) commissioni di uscita.

CONFRONTIAMO LA TASSAZIONE PER I VARI TIPI DI INVESTIMENTO. In genere la tassazione dei rendimenti finanziari è pari al 25%. Ma i Buoni Postali Fruttiferi, come i nostri titoli di stato sono soggetti ad una tassazione dei rendimenti pari al 12,5%. Solo a questo punto possiamo comparare il tasso di rendimento.

Ma si sa: in finanza non si è mai certi di nulla. Le crisi bancarie di questi ultimi giorni inseriscono ulteriori elementi di incertezza e una preoccupazione: siamo solo agli inizi di una nuova crisi o, con le rassicurazioni di Biden sulla totalità depositi dei correntisti SVB e l’acquisto del Credit Suisse da parte di UBS le cose si vanno tranquillizzando? Nel dubbio, un consiglio: se avete intenzione di inserire qualche fattore di rischio nei vostri investimenti, aspettate che gli eventi maturino e che le acque si tranquillizzino definitivamente. Statevene alla finestra per qualche settimana: nel campo degli investimenti non esiste mai “l’ultimo treno”!

Un suggerimento: in assoluto, il miglior modo di investire i nostri risparmi consiste nel dedicare qualche ora a studiare le caratteristiche del mercato mobiliare e dei vari titoli (azioni, obbligazioni, Buoni Postali, titoli di stato, fondi comuni) messi in vetrina da banche, Posta, SIM, OICR, società finanziarie.

 

 

 

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