Prescrizione bollette luce, gas e servizio idrico

Prescrizione bollette luce, gas e servizio idrico

a cura di Codacons Lazio,

Con la Legge n. 205 del 27 dicembre 2017 (art. 1, commi da 4 a 10) il legislatore ha previsto che nei contratti di fornitura di energia elettrica, gas e servizio idrico le bollette si prescrivono in due
anni, quindi:

• Per l’energia elettrica si prescrivono in due anni sole le fatture con scadenza successiva
al 1° marzo 2018;
• Per il settore gas si prescrivono le fatture emesse dal 1° gennaio 2019;
• Per la fornitura idrica si prescrivono le fatture emesse dal 1° gennaio 2020.

Come si calcola la prescrizione? Il giorno in cui si inizia a calcolare il termine di prescrizione è quello successivo alla data di scadenza della bolletta. Il giorno finale si considera nel calcolo. Se il termine di prescrizione scade in un giorno festivo, è prorogato di diritto al giorno seguente non
festivo. Nella versione iniziale della norma, era previsto che se la morosità dipendeva dal consumatore, la prescrizione ritornava ad essere quinquennale, fortunatamente l’articolo della norma che stabiliva ciò è stato abrogato.

In seguito all’emanazione della norma, infatti, vi sono stati poi una serie di interventi regolatori
dell’ ARERA -Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che ha imposto regole sempre più stringenti nei confronti delle società che gestiscono la fornitura di elettricità, gas e acqua e di conseguenza maggiormente a tutela del consumatore,.

In seguito all’emanazione della legge di bilancio 2020, ad esempio, con la consultazione
422/2019/R/IDR, l’Arera ha illustrato i propri orientamenti in tema di fatturazione di importi riferiti a consumi risalenti a più di due anni, stabilendo che in ogni caso; la prescrizione può essere eccepita sia quando i ritardi di fatturazione sono dovuti al consumatore, e in alcuni casi, anche per gli importi fatturati relativi ai consumi più vecchi di 2 anni.

Nel caso di crediti più vecchi di due anni, nel momento in cui la Società esige dette somme dal
consumatore, in conformità a quanto previsto da Arera, la Società ha l’obbligo di informarlo sulla
possibilità di eccepire la prescrizione per tali importi, fornendo un modulo che faciliti la
comunicazione della volontà di avvalersi di tale diritto (da rendere disponibile anche su sito internet e negli sportelli al pubblico) e i recapiti cui inviare la richiesta.

In altre parole, per effetto della riforma della legge di bilancio 2020, la L.n.160/2019, il termine biennale di prescrizione, è stato esteso senza ulteriori deroghe alla disciplina generale dell’ istituto della prescrizione. Di conseguenza per le bollette che fatturano consumi per periodi superiori a due anni, risultano prescritte anche quando la mancata o il ritardo della fatturazione non sia imputabile all’azienda ma dipenda da presunte responsabilità del consumatore (magari non presente nel  momento in cui, a fronte di un misuratore non accessibile e non teleletto, gli incaricati dell’impresa distributrice si erano presentati per effettuare la lettura).

Nel caso in cui le aziende rifiutano di riconoscere l’intervenuta prescrizione allegando una loro
generica non responsabilità per la tardiva rilevazione del dato, ovvero limitandosi ad asserire di aver proceduto, senza buon esito, a volgere i tentativi di lettura previsti, tali rifiuti non sono giustificati, in quanto si fondano sull’ipotesi prevista dall’originario comma 5 dell’ articolo 1 della legge 205/2017, che però è stato abrogato. In questi casi la società deve restituire le somme versate in eccesso dall’utente.

Il termine di prescrizione può essere interrotto solo con una formale lettera di diffida della
società fornitrice di elettricità, gas o acqua inviata tramite raccomandata A/R o con posta
elettronica certificata. Non hanno valore legale quindi né le telefonate dei call center di recupero
crediti, né le lettere inviate con posta ordinaria, né il sollecito contenuto nella bolletta successiva.

In caso di sollecito formale, la prescrizione si interrompe e inizia a decorrere nuovamente e
dall’inizio dal giorno successivo, per un periodo di tempo uguale (ossia due anni).
Ovviamente la prescrizione biennale delle bollette, con gli stessi termini, vale anche per i conguagli.

Per quanto riguarda le bollette telefoniche la prescrizione era fissata a cinque anni.
Sul punto è poi intervenuta la legge di bilancio 2020 modificando tale termine e adeguando anche la fatturazione telefonica ai termini di prescrizione delle fatture di luce, gas e servizio idrico. Quindi anche per le fatture riferite ai consumi di cellulari, telefoni fissi, internet e pay TV, dopo 2 anni dalla data di scadenza della fattura il consumatore non è più obbligato al pagamento, a meno che le compagnie telefoniche non lo abbiano sollecitato formalmente in quel lasso di tempo.

La CIE sostituirà lo SPID?

La CIE sostituirà lo SPID?

A cura di MDC Lazio

 

In questi ultimi mesi, si è sentito parlare spesso di SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e CIE (Carta di Identità Elettronica) entrambe identità digitali che utilizziamo ogni giorno per accedere ai servizi della pubblica amministrazione e non solo.

Ma qual è la differenza tra SPID e CIE?

La CIE è il documento d’identità dei cittadini italiani, si tratta di una vera e propria tessera dotata di un microchip e contiene i dati personali e biometrici del titolare che ne permettono l’identificazione online.

Viene rilasciata dal comune di residenza e, con il tempo, andrà a sostituire completamente tutte le vecchie carte di identità cartacee.

Lo SPID invece è l’identità digitale riconosciuta dallo Stato, che viene rilasciata da diversi identity provider, anche privati.  Per configurarlo basta l’e-mail e la password, che andranno confermate secondo le modalità stabilite da ogni identità provider (codice via sms, o impronte digitali tramite app specifica).

Ogni identità digitale, infatti, ha un “livello di sicurezza”, riconosciuto anche dall’Unione Europea, a seconda delle modalità con cui vengono rilasciate o delle informazioni necessarie per utilizzarla.

La carta d’identità elettronica al posto dello SPID: cosa cambierà?

Ad oggi, il governo vuole optare per la sostituzione dello SPID con la CIE; infatti, la carta d’identità elettronica permetterà l’accesso a tutta una serie di servizi, non soltanto forniti dalla pubblica amministrazione, diventando così “uno strumento digitale più semplice con il quale il cittadino può ancor più agevolmente accedere ai servizi in rete erogati dalle pubbliche amministrazioni e dai privati”.

L’obiettivo è quello di rilasciare la CIE da remoto in 24 ore a costo zero e poi fare una migrazione da SPID a CIE attraverso una «transizione negoziata» che coinvolga anche i gestori privati di identità digitali, in linea con le regole e gli standard europei. Inoltre, tra le novità introdotte dal provvedimento, l’accesso sarà regolato attraverso tre livelli di autenticazione informatica, corrispondenti a 1 (normale), 2 (significativo) 3 (elevato), per l’utilizzo in sicurezza della propria identità digitale in base alle richieste dei fornitori di servizi.

Come richiedere la CIE?

La Carta d’identità elettronica può essere richiesta alla scadenza della propria carta d’identità (a partire dal centottantesimo giorno dalla data di scadenza) o in seguito a smarrimento, furto o deterioramento presso il Comune di residenza o di dimora.

Per i Comuni che hanno attivato il servizio di prenotazione messo a disposizione sul portale del Ministero dell’Interno è possibile verificare online la disponibilità e fissare un appuntamento. Ove ciò non sarà possibile si dovrà contattare l’ufficio dedicato dell’amministrazione locale.

La CIE verrà spedita direttamente al cittadino che la riceverà, presso il recapito fornito al Comune, entro 6 giorni lavorativi dalla richiesta. La validità varia a seconda all’età del titolare ed è di:

  • 3 anni per i minori di età inferiore a 3 anni;
  • 5 anni per i minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni;
  • 10 anni per i maggiorenni.

Il rilascio della carta d’identità elettronica ha un costo fisso di 16,79 euro oltre ai diritti fissi e di segreteria, qualora previsti, stabiliti da ciascun Comune, comprese le spese di spedizione.

Il cittadino in possesso della CIE, che ha associato alla propria identità digitale un indirizzo di posta elettronica o un numero di telefonia mobile, potrà anche recuperare online il codice apposito (PUK), senza doversi recare allo sportello del Comune.

La CIE mantiene inoltre la funzionalità di potere firmare un documento digitale attraverso una firma elettronica avanzata (FEA) sia nel contesto della Pubblica Amministrazione che tra privati.

Altro aspetto di rilievo riguarda l’accesso ai servizi in rete da parte dei minorenni, che come chiarito dal Viminale sarà gestito dal CIEId Server in modo da agevolare il controllo genitoriale.

Questo cambiamento avrà luogo? Al momento una decisione ancora non è stata presa e quindi bisognerà aspettare le nuove valutazioni del governo per un’unica identità digitale.

Link utili

https://www.intesa.it/che-differenza-tra-cie-e-spid/

https://quifinanza.it/pubblica-amministrazione/video/carta-identita-elettronica-puo-sostituire-spid-cosa-cambia/

Pagamenti digitali e Pubblica Amministrazione

Pagamenti digitali e Pubblica Amministrazione

A cura di ADUSBEF,

PagoPa è una piattaforma creata nel 2019 e gestita dalla società PagoPa s.p.a. (partecipata dallo Stato) con lo scopo di incentivare e rendere fruibili, comodi e rapidi i pagamenti di imposte, tributi, rette e, in generale, prestazioni erogate dalle pubbliche amministrazioni comprese le aziende pubbliche, le scuole, le università e le ASL. E’ possibile utilizzare PagoPa attraverso i canali digitali: il sito dell’ ente creditore, la propria piattaforma di homebanking, le app o i servizi di pagamento online (anche se non si è loro cliente).Aderiscono a PagoPa le principali banche italiane e molte pubbliche amministrazioni.

Come detto in precedenza, esistono varie modalità attraverso le quali è possibile effettuare pagamenti con PagoPa. La condizione essenziale è ovviamente che la banca o l’ intermediario finanziario e l’ ente creditore
(la pubblica amministrazione) siano entrambi soggetti aderenti alla piattaforma.
La prima modalità è pagare tramite il sito o l’ app dell’ ente creditore: l’ utente potrà accedere al sistema PagoPa, attivare la richiesta di pagamento ed effettuare la transazione con carta di credito, di debito o prepagata o attraverso specifiche app; potrà inoltre scegliere il prestatore dei servizi di pagamento che ritiene più conveniente. Altra modalità è quella per cui l’ utente attiva la procedura accedendo dal sito del prestatore dei servizi di pagamento (la banca) con il suo homebanking; con lo smartphone c’è anche l’ opportunità di utilizzare le diverse app.

E’ poi prevista la possibilità di svolgere le transazioni attraverso i servizi di pagamento online, anche se il cittadino non è loro cliente. Anche l’ app IO può essere utilizzata per effettuare pagamenti sulla piattaforma PagoPa e pure in questo caso c’è l’ opportunità di scegliere il prestatore di servizi più conveniente.
A proposito dei prestatori di servizio occorre tenere ben presente il fatto che questi applicano delle commissioni; per questo è importante valutare bene quale prestatore scegliere. Sul sito pagopa.gov.it è possibile effettuare delle simulazioni introducendo l’ ipotetico importo, il canale e il metodo di pagamento; il sistema elencherà i diversi prestatori con l’ indicazione dei costi in modo che il cittadino possa fare una scelta consapevole.

Fin qui i canali online. Non bisogna dimenticare, però, che PagoPa offre la possibilità di sfruttare anche i canali fisici: filiali di banche, uffici postali, punti di posta privata ed esercizi commerciali convenzionati (tabaccherie, ricevitorie, farmacie…). E’ importante sottolineare che le pubbliche amministrazioni sono obbligate ad aderire alla piattaforma “PagoPa”. Infatti, l’ art. 15, comma 5 bis del decreto-legge n. 179 del 2012 stabilisce che: “ Per il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica in materia informatica ed al fine di garantire omogeneità; di offerta ed elevati livelli di sicurezza, le amministrazioni pubbliche devono avvalersi per le attività; di incasso e pagamento” di un’ apposita piattaforma tecnologica (PagoPa), e delle piattaforme di incasso e pagamento dei prestatori di servizi di pagamento abilitati. Inoltre, l’ art. 65, comma 2 del decreto legislativo n. 217 del 2017 stabilisce che i prestatori di servizi di pagamento devono aderire al sistema a partire dal 28 febbraio 2021, mentre gli enti pubblici entro la stessa data sono stati chiamati a integrare i loro sistemi di incasso con la piattaforma PagoPa.

La “deadline” è stata dunque la data del 28 febbraio dello scorso anno. Tuttavia si discute sull’ effettiva obbligatorietà dello strumento per le PA, anche perché, nel novembre 2020 si è pronunciata in materia l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. In particolare, nel parere emanato, l’ Antitrust, partendo dal quadro normativo fa riferimento da una parte all’ obbligo, per le PA e per i prestatori di servizi di pagamento, di accettare e utilizzare la piattaforma di pagamento PagoPa, ma dall’ altra evidenzia, tra l’ altro, il fatto che vi è incertezza al
riguardo in quanto le linee guida dell’ “Agenzia per l’ Italia digitale” (AGID), stabiliscono che gli enti  creditori possono affiancare a PagoPa anche altri strumenti quali modello F24 e Sepa Direct Debit (ossia la domiciliazione bancaria). Addirittura, il decreto legge n. 34 del 2020, all’ art. 118-ter stabilisce che “Gli enti territoriali possono, con propria deliberazione, stabilire una riduzione fino al 20 per cento delle aliquote e delle
tariffe delle proprie entrate tributarie e patrimoniali, applicabile a condizione che il soggetto passivo obbligato provveda ad adempiere mediante autorizzazione permanente all’addebito diretto del pagamento su conto corrente bancario o postale.”

Viene così sancito un incentivo per i consumatori a utilizzare una forma di pagamento alternativa a PagoPa.

Bollette energia, gas e acqua: tutti i bonus

Bollette energia, gas e acqua: tutti i bonus

A cura di Codacons Lazio,

Per fronteggiare la crisi economica, già da qualche anno, i vari Governi hanno messo a disposizione una serie di agevolazioni/incentivi per aiutare i consumatori ad affrontare i costi non solo di luce e gas, ma anche dell’acqua, attraverso l’erogazione di bonus sociali, o bonus bollette rivolti a fasce di reddito “fragili”. Tali bonus potevano essere richiesti attraverso un’istanza da rivolgere all’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente o al proprio Comune (vd. Bonus salute).
Dal 2021 tali agevolazioni non devono più essere richieste, ma sono applicate automaticamente dall’Inps, che fornisce direttamente i dati alle Autorità preposte.
Nell’ultimo anno però l’aumento dei costi di energia elettrica e gas hanno messo in difficoltà molte famiglie e imprese, andando ad incidere pesantemente sull’economia della maggior parte degli italiani. Per affrontare questa “crisi energetica”, già il governo Draghi aveva predisposto delle misure specifiche per potenziare i bonus bollette ai fini di sostenere le famiglie in maggiore difficoltà, tagliando i costi relativi agli oneri di sistema oltre ad innalzare il tetto Isee per l’accesso ai cosiddetti bonus bolletta.
Con il decreto legge n.80 del 30 giugno 2022 sono state introdotte nuove misure che prevedono ulteriori incentivi stanziati a favore dei consumatori vediamo nel dettaglio quali sono i vari bonus, chi ne ha diritto e come si richiedono.

Bonus sociale
I bonus sociali si applicano alle utente gas, luce ed acqua, ad uso domestico.
Per avere diritto al bonus sociale il reddito non deve superare euro 12.000,00, da certificato Isee, oppure i 20.000,00 euro con nucleo familiare composto da almeno quattro figli a carico, oppure essere titolare del reddito di cittadinanza.
Dal 1° gennaio 2021 grazie alle novità introdotte dal Decreto Legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito in Legge 19 dicembre 2019, n. 157, il meccanismo per il rilascio del bonus è stato automatizzato perché basato sul Sistema Informativo Integrato (SII) e INPS. Non sarà più necessario, dunque, fare una richiesta con dei moduli specifici come avveniva in precedenza, poiché basterà compilare la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) per richiedere l’Isee, presentarlo e ricevere automaticamente lo sconto in bolletta.

Bonus per gravi condizioni di salute
Per i nuclei familiari al cui interno è presente un soggetto con un disagio di salute e che necessita di apparecchiature medico-terapeutiche, alimentate ad energia elettrica per il sostentamento in vita, hanno diritto al bonus salute. Il Decreto ministeriale del 13 gennaio 2011, individua l’elenco delle apparecchiature medico-terapeutiche alimentate ad energia elettrica, necessarie per il mantenimento in vita di persone in gravi condizioni di salute, come ad esempio respiratori, sollevatori mobili a sedile elettrici, i materassi antidecubito, le carrozzine elettriche. Diversamente dal bonus sociale, per il bonus per gravi condizioni di salute va presentata una specifica istanza al Comune di residenza o un CAF, corredata di una certificazione del sistema sanitario nazionale che attesti per quali patologie è necessario l’utilizzo di quella determinata apparecchiatura. Non vi sono limiti reddituali ma può essere cumulato al bonus sociale.

Bonus acqua potabile
Il bonus acqua potabile, o conosciuto come “bonus depuratore” è un'agevolazione che prevede un credito d’imposta del 50% per acquistare e installare sistemi di filtraggio per razionalizzare e migliorare la qualità dell’acqua dei rubinetti, incentivando così famiglie e imprese a ridurre il consumo di contenitori di plastica. La misura copre le spese effettuate dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023. L’importo massimo delle spese su cui calcolare l’agevolazione è fissato a Euro 1.000 euro per ciascun immobile, per le persone fisiche, e Euro 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale.
Per ottenere il bonus l’importo delle spese sostenute deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito, il pagamento va effettuato con versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti.
L’ammontare delle spese agevolabili va comunicato all’Agenzia delle Entrate tramite il servizio web disponibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia, alla sezione “agevolazioni”.

Bonus bollette 2022
Il Decreto Aiuti quater ha innalzato la soglia del fringe benefit fino 3.000 euro, con scadenza per l’erogazione al 12 gennaio 2023. Ma che cos’è il bonus bollette, o bonus dipendenti. Con il Decreto Aiuti bis era stato introdotto un fringe benefit, ossia voci addizionali di retribuzione, non tassabili, che il datore di lavoro corrisponde in busta paga. Un rimborso delle spese sostenute direttamente dai lavoratori per le utenze di acqua, luce e gas, documentabili con fatture erogate nel corso del 2021, documentazione che il datore di lavoro deve acquisire e conservare affinché le somme erogate siano assoggettate all’esclusione dalla base imponibile fiscale e previdenziale.
Le novità principali del Decreto Aiuti quater riguardano proprio il bonus bollette, è stata innalzata infatti la soglia non tassabile dei frange benefit da 600 a 3000 euro! La scadenza da rispettare per usufruire dell’agevolazione il 12 gennaio 2023.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il pagamento o il rimborso può riguardare immobili ad uso abitativo posseduti o detenuti dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari a prescindere che negli stessi abbiano o meno stabilito la residenza o il domicilio, ma a condizione che ne sostengano effettivamente le relative spese, e a goderne possono essere solo i dipendenti del settore privato.

Turisti a Roma

Turisti a Roma

A cura di Assoutenti,

Molti monumenti, musei o luoghi di interesse turistico, anche fuori delle Mura Aureliane, sono raggiungibili con il trasporto pubblico. Si può quindi parlare di una effettiva possibilità di fruire di un turismo ecologico ed economico nella Capitale Questo articolo ha come obiettivo quello di fornire indicazioni per effettuare escursioni culturali nell’ambito del Comune di Roma, utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici.
L’elenco delle principali mete turistiche che si possono visitare senza arrivarci col mezzo privato non è esaustivo. Molti siti minori sono purtroppo chiusi o non facilmente accessibili.
Indichiamo qui i maggiori, solitamente aperti al pubblico

Basilica di San Paolo
La Basilica di San Paolo fuori le mura fu la prima destinazione del trasporto pubblico di Roma, la cui prima linea nacque nel 1845 a servizio dei visitatori. Questa linea, dopo molte modifiche nel corso del tempo, corrisponde all’odierna linea 23, che ancora oggi costituisce il principale collegamento per San Paolo dal centro di Roma (Lungotevere) e da San Pietro. La Basilica è collegata anche col la metro B (da Termini, passando per il Colosseo), e con la ferrovia Roma-Lido.

Ponte Milvio
“Torno ora da Ponte Molle, dove sono stato in tranvai” [da “Il Giornalino di Gian Burrasca”] Questo percorso è ancora oggi possibile. Il tram 2 parte da Piazzale Flaminio. Ponte Milvio è `”il più antico del mondo occidentale” [M. Lupinacci, Qui Roma, TCI 1971]. Il ponte fu costruito, anzi ricostruito nel 2^ secolo A.C. (anno 109) ed è giunto tale e quale fino a noi dopo un restauro del secolo XV e l’aggiunta della torre di guardia trasformata dal Valadier in arco di trionfo.

San Sebastiano – Appia Antica – Cecilia Metella

La linea di trasporto pubblico per l’Appia Antica risale al 1872. Gestita da ditte private fino al 1932, è oggi in servizio con la linea numero 118. Fermate in Piazza Venezia, Colosseo e Circo Massimo. Frequenza ogni quarto d’ora circa. A causa dei sensi unici di recente istituzione, alcune fermate sono state sportate. La linea è sussidiata dal 660, in partenza dalla stazione metro A Arco di Travertino, e con fermata al Parco Egeria. Le aree e i monumenti di maggior interesse sono: la Chiesa Domine Quo Vadis, le Catacombe San Callisto, la Basilica e la Catacomba di San Sebastiano, il Circo e la Villa di Massenzio, la Tomba di Cecilia Metella ed il Castello dei Caetani e la Chiesa di San Nicola.

https://www.parcoappiaantica.it https://www.catacombesancallisto.it/it/index.php –
https://www.catacombe.org

Ostia Antica
Insieme a Pompei, Ostia Antica è il sito archeologico più grande del mondo, con un’area molto estesa di 150 ettari. Oltre al Parco Archeologico, sono visitabili anche il Castello di Giulio II ed il Borgo di Ostia Antica. Ci si arriva con la ferrovia Roma Lido. Partenze da Porta San Paolo (Piramide), fermate anche a Basilica San paolo e Eur Magliana. Frequenza 22 minuti.

https://www.ostiaantica.beniculturali.it/it/home/
Di interesse turistico anche la Pineta di Castelfusano (stazione Lido Castelfusano della ferrovia)

Veio
Le rovine della città etrusca di Veio si trovano presso il borgo medievale di Isola Farnese, al km 15 della Via Cassia. il sito archeologico è comodamente raggiungibile dalla Capitale tramite il trasporto pubblico.
“GITA A VEIO COL 201 – Domenica 28 maggio 1978 – 8,30 Appuntamento a Largo Maresciallo Diaz (Capolinea 201) – 8,38 Partenza bus 201 per Isola Farnese”…: questo è ciò che si proponeva già 44 anni fa. Da allora qualcosa è cambiato. Oggi Isola Farnese è raggiungibile col bus 032, in partenza dalla stazione ferroviaria La Storta. La frequenza è ogni mezz’ora, sia nei feriali che nei festivi, con partenze ai minuti 00 e 30. A La Storta si arriva con i treni della linea FL3 (Roma-Cesano-Viterbo)(ogni quarto d’ora nei giorni feriali, ogni mezz’ora nei festivi) oppure con l’autobus 201 da Piazza Mancini. Il sito del parco di Veio: https://parcodiveio.it (attenzione, le indicazioni per arrivarci sono imprecise o non aggiornate)

Santuario Divino Amore
Il santuario della Madonna del Divino Amore è sito al km 12 della Via Ardeatina. Tradizionale meta di pellegrinaggi. https://www.santuariodivinoamore.it/index.php
La adiacente fermata bus Santuario Divino Amore è servita dalle linee:
218 da Piazza di Porta S. Giovanni (metro A) in direzione Ardeatina-Scuola Padre Formato. Frequenza ogni mezz’ora.
702 dalla stazione metro B laurentina in direzione Ardeatina-Castel di Leva. Frequenza ogni mezz’ora.

Fosse Ardeatine
Bus 218 da Piazza di Porta San Giovanni.
Basilica S. Agnese Situata in Via Nomentana. Filobus 90, autobus 60 e 82. Nelle vicinanze, la stazione metro B Annibaliano.
Ponte Nomentano-Montesacro-Città Giardino. Dal centro, Filobus 90, autobus 60

Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro e Mausoleo di Sant’Elena.
Il Mausoleo di Sant’Elena sorge al III miglio dell’antica via Labicana (oggi via Casilina); eretto da Costantino tra il 315 e il 326 d.C. Il Mausoleo è oggi il simbolo del quartiere di Tor Pignattara a cui dà il nome. Le adiacenti  Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro sono le terze catacombe più estese di Roma. Raggiungibile con la ferrovia Roma-Giardinetti, fermata Berardi.

Mausoleo dei Gordiani.
Nel medesimo quadrante, all’interno del Parco di Villa Cordiali, sorge il Mausoleo dei Gordiani, Tram 5, 14 e 19
EUR Il quartiere EUR è facilmente raggiungibile col trasporto pubblico.
Di interesse turistico, oltre il quartiere stesso:
Museo della Civiltà Romana, Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, Museo dell’Alto Medioevo, Museo Preistorico ed Etnografico Pigorini, Palazzo dei Congressi, Metro B, bus 30 e 31, 170, 714, 671, 780, 765.

VILLE E PARCHI

Villa Pamphili.
L’area è molto estesa. La villa è divisa in due parti. Gli ingressi su Via Leone XIII, che danno accesso ad entrambe le parti, sono raggiungibili con i bus 31 e 33 da Piazzale Clodio e dalle stazioni di Valle Aurelia, e col 982 da metroOttaviano e da Ponte Vittorio. Nelle vicinanze, anche il capolinea del tram 8 a Casaletto.
L’ingresso antico da Porta San Pancrazio è raggiungibile col bus 870 da Ponte Vittorio. Parco Monte Mario e osservatorio astronomico. Bus 913 da Piazza Cavour e da Ottaviano, fermata Piazzale Medaglie d’Oro

Villa Ada
Le fermate più vicine all’ingresso principale sono in Piazza Crati, linee 63, 83, 92 e 310.

Villa Glori
In Piazza Parco della Rimembranza.
Bus 53, 910, 168, 223, 982. Ferrovia Roma Nord, fermata Euclide.

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